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Michelangelo - Piazza del Campidoglio

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Grande intervento urbanistico a Roma, da parte di Michelangelo, che trasformerà in maniera decisiva il volto della città, è la sistemazione della Piazza del Campidoglio che, su richiesta del Papa Paolo III, avrebbe dovuto essere messa in relazione al Vaticano. L’operazione di Michelangelo vede il capovolgimento del Palazzo capitolino che, seguendo il tradizionale orientamento del Tabularium romano, sul quale si erge, era rivolto verso il foro, dando ovviamente le spalle alla città medievale e al Vaticano. Rispondendo alle esigenze del papa, Michelangelo “gira” completamente il palazzo, costruendo una nuova facciata rivolta verso la città cristiana e san Pietro, concretizzando una comunicazione diretta tra la Roma pagana con la Roma cristiana. Per sottolineare la direzionalità nuova e per regolarizzare uno spazio altrimenti irregolare, l’Artista sistema la piazza antistante la nuova facciata, e raggiungibile attraverso una scalinata, realizzando una forma trapezoidale con i lati co

Gianlorenzo Bernini - Piazza San Pietro

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L'altro intervento di Bernini, sempre volto a rivalutare la cupola, è l'intervento urbanistico più importante nella Roma moderna: lo sventramento del borgo per creare il sagrato, la piazza ed il colonnato. Anche in questo intervento c'è una doppia azione di Bernini: un'azione prettamente urbanistica e un'azione scenica, teatrale. Davanti alla facciata della basilica, si può notare il sagrato quadrangolare, per la precisione trapezoidale,, con i lati convergenti verso lo spettatore. Con questa intuizione geometrica, egli ribalta la prospettiva, così come aveva fatto Michelangelo al Campidoglio per avvicinare il Palazzo dei Conservatori alla città). Il suo intento è quello di eliminare otticamente una distanza (120m) tra l'ingresso e la cupola. Con una serie di lavori geometrici, di assi che convergono, ribalta la forma della cupola nella piazza antistante, la allarga, la divide in due parti, creando così la tipica immagine di ellisse con due fuoc

Gianlorenzo Bernini - Baldacchino di San Pietro

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Per comprendere bene l'opera architettonica del Bernini, è necessario ritornare alla fabbrica di San Pietro in Vaticano. Michelangelo aveva attuato una trasformazione assolutamente unica nel panorama della chiese cinquecentesche controriformate: aveva costruito una chiesa con una cupola enorme che si innalzava nel cielo di Roma e che copriva uno spazio a pianta centrale. Dunque la chiesa non era che il basamento della grande cupola. Nonostante la pianta centrale, Michelangelo cercò di dare direzionalità alla chiesa, in ottemperanza a quello che era il principio fondamentale della funzione salvifica della chiesa, per cui il percorso del fedele ha come mèta l'altare, il Cristo. Tuttavia, nella chiesa a pianta centrale, questo percorso non è lineare, ma è ambiguo. Per cui Michelangelo aveva tentato di ovviare a questo problema facendo tre absidi nei tre angoli del quadrato ruotante, e dell'altro angolo, smussato, aveva fatto l'ingresso. Ma restava purtuttavi

Gianlorenzo Bernini -Estasi di Santa Teresa

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Negli anni '45-'52, quando ormai Bernini è diventato l'artista più cercato e "corteggiato" dalla nobiltà romana, gli viene commissionata dalla famiglia Corsaro un'opera che si trova a Santa Maria della Vittoria: l'Estasi di Santa Teresa d'Avila. In quest'opera noi scorgiamo uno sconvolgimento dei canoni religiosi tradizionali. Bernini si trova di fronte al difficile compito di dover rappresentare lo stato spirituale interiore di Santa Teresa così come lei lo descrive nei suoi scritti.: uno stato interiore caratterizzato da sensazioni forti ed ambivalenti, insieme di orrore e di piacere, che coinvolgono tanto lo spirito quanto il corpo. Bernini rappresenta Santa Teresa in amplesso con Dio, colpita dal dardo del'Angelo, totalmente arresa alla potenza divina, col corpo come dissolto in un abbandono sensuale: il capo riverso all'indietro, con la bocca aperta languidamente.

Gianlorenzo Bernini - David

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David- Il David di Bernini si distanzia da quello di Michelangelo, anche se vi è una ripresa dell'ideale eroico che era proprio di Michelangelo. In quello di Michelangelo non vi è però azione: se azione c'è, è solo concentrata nella testa che si ingigantisce, nelle mani gigantesche, nei tendini tirati. Il David di Bernini è ripreso nell'atto in cui sta tirando la fionda. Si può dunque intravedere una tensione fisica, non intellettuale, ed è concentrato tanto da mordersi il labbro.Vi è inoltre uno sbilanciamento del corpo; mentre il David di Michelangelo ha una postura di tipo classico, quello di Bernini è tutto spostato e presenta un movimento di torsione ed una tensione muscolare tale da consentirci di percepire tutta la forza fisica che sprigiona , forza fisica, dunque, e non intellettuale. Si direbbe che nel David di Michelangelo cè energia potenziale, in quello di Bernini energia cinetica.

Gianlorenzo Bernini - Apollo e Dafne

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Apollo e Dafne: è il manifesto della scultura barocca.. Si trova nella Galleria Borghese di Roma. Vi si nota un impressionante virtuosismo che sembra trasformare il marmo in carne; pare quasi che il marmo diventi malleabile, piegandosi al tatto. Dafne è scolpita nell'atto di scappare inseguita da Apollo, il quale, per fermarla, la trasforma in un albero di alloro. Siamo davanti a due tipi di movimento: uno è movimento nello spazio (Dafne scappa ed Apollo la insegue), quindi mutamento di luogo; l'altro è mutamento di sostanza (Dafne, man mano che scappa, cambia la sua natura, si trasforma in albero), movimento, questo, più profondo e forte di quanto non sia il movimento nello spazio. Questa caratteristica rientra pienamente nel concetto di metamorfosi, di mutamento che è tipico della cultura barocca. L'opera, inoltre, non segue una diagonale (come Tiziano o Caravaggio), ma segue una curva, ed è sbilanciata dalla parte destra. Una scultura, questa, caratterizza

Michelangelo - La "fabrica" di San Pietro

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Mentre Michelangelo è impegnato anche a Firenze, a Roma fervono i lavori per la ricostruzione della Basilica di san Pietro che papa Giulio II aveva deciso di realizzare, distruggendo quella paleocristiana e affidando i lavori a Donato Bramante nel 1506. Il progetto di Bramante, partendo dagli studi che l’architetto urbinate conduceva con Leonardo sulle chiese a pianta centrale, proponeva una struttura a croce greca inscritta in un quadrato con i quattro bracci che si concludevano in altrettante absidi semicircolari all’interno ma quadrangolari all’esterno e con grande cupola centrale. L’invaso a croce principale si ripeteva quattro volte, in dimensioni proporzionalmente minori, nei quattro quadrati angolari che riproponevano anche cupole minori rispetto a quella centrale, mentre 4 campanili angolari chiudevano la struttura. Il progetto, innovativo oltremisura, proponeva per il massimo tempio della cristianità un superamento della comune Basilica a pianta