Michelangelo - Giudizio Universale e Cappella Paolina




















Il Giudizio Universale della Cappella Sistina e la Cappella Paolina sono le ultime opere romane di Michelangelo. Nel Giudizio universale, che conclude l’avventura sistina, Michelangelo muta totalmente la struttura iconografica del tema. Seguendo la concezione neoplatonica del mondo, distrugge completamente l'idea del mondo diviso in due parti in contrasto tra loro (il mondo delle idee distinto dal mondo terreno), convinto com'è che attraverso la liberazione dalla materia l'uomo sia in grado di raggiungere, di intuire la verità, l'essenza delle cose, l'assoluto. Alla luce di questa concezione, Michelangelo pone al centro dell’enorme parete di fondo della Cappella Sistina un gigantesco Cristo giudice, che attraverso il braccio alzato dà il via ad un movimento rotatorio attorno alla sua figura, in base al quale alcune anime scendono e altre salgono, in un continuum che, per la prima volta elude la usuale netta demarcazione tra Mondo celeste ed Inferi.
Negli affreschi della Cappella Paolina si nota il raggiungimento di un assoluto distacco dalle passioni terrene. Qui dipinge in modo veloce, e inoltre scompare qualsiasi accenno di paesaggio.

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