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Visualizzazione dei post da ottobre, 2017

Il romanico

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Roma e il Sacro Romano Impero --> La scelta “romana” di Carlo Magno è, di fatto, la scelta del classico. Carlo, così come era in realtà successo per i re barbari oramai romanizzati, ha Roma come punto di riferimento, un punto di riferimento politico, statale, culturale, artistico e, come tale, degno di essere ripreso e attualizzato nel mondo a lui contemporaneo. Parlare di cultura romana significa, in un certo senso, prendere posizione critica rispetto alla deriva anticlassica, e più specificatamente germanica, che aveva caratterizzato i secoli centrali del cosiddetto Medioevo. La scelta carolina di riproporre l’architettura della Basilica romana di San Pietro, quale punto di riferimento architettonico-spaziale per le costruzioni sacre, e quella di divulgare la cultura attraverso una nuova scrittura, in grado di essere compresa anche da fasce sociali meno colte e meno ricche, assieme allo sviluppo dei pellegrinaggi e la nascita di una coscienza borghese, portano

Carlo Magno e la svolta pre-romanica in Europa

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Carlo Magno e il Sacro Romano Impero La grande avventura del Romanico, linguaggio che si diffonde in tutta Europa tra la fine del X e l’inizio del XIII secolo, non può prescindere da un rimando alla volontà di restaurare l’Impero romano, chiaramente espressa da Carlo Magno. In seguito alla sconfitta dei re romano-barbarici, tra i quali Desiderio, re dei Longobardi, Carlo, re dei Franchi, si fa incoronare imperatore del rinnovato Impero romano, da Papa Leone III nella Basilica Costantiniana di San Pietro, la notte di Natale dell’800. L’atto appare immediatamente di enorme importanza mediatica e politica, il re dei Franchi diventa non solo imperatore di un territorio enorme, oramai unificato, ma il vecchio Impero romano rinasce sotto il segno del Sacro, riconoscendo nel Papa di Roma il supremo capo spirituale.  È evidente che la restaurazione dell’Impero romano ha delle ripercussioni non solo a livello politico ma anche economico, sociale, culturale e artistico. La scomparsa dei picco

Piero della Francesca

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Piero della Francesca e il movimento neoplatonico italiano Piero della Francesca è il più grande pittore del ‘400 del centro Italia e incarna la figura dell’artista che aderisce in toto al movimento neoplatonico 400esco. Accanto all’interesse verso la pittura, Piero della Francesca è strettamente legato a ricerche di tipo matematico e geometrico; scrive anche un trattato chiamato “De perspectiva pingendi”, in cui teorizza la possibilità di arrivare alla conoscenza dello spazio e del tempo tramite un sistema razionale di relazioni tra le cose basate su corrispondenze matematiche.La sua adesione al movimento neoplatonico centritaliano si coglie nella sua continua affermazione pittorica che, pur non prescindendo dai fenomeni naturali, sia necessario astrarsi da essi, per poter risalire ad una forma perfetta, non soggetta al mutamento delle forme naturali variabili, che riconosce nei solidi geometrici.L’esperienza pittorica di Piero della Francesca è tra le più al