L'universalità dell'arte
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Pensare alla Storia dell’Arte come un elenco infinito di
nomi, di collocazioni, di palazzi, chiese, ponti; come un ammasso di date, come
un susseguirsi di artisti dai nomi spesso incomprensibili che fanno cose - cose
che a volte riusciamo a riconoscere e che invece, molte altre volte, ci
appaiono estranee e oscure - pensare alla Storia dell’Arte in questo modo,
significa non pensare alla Storia dell’Arte.
Perché l’arte è ciò che manifesta, senza dubbi, senza mezzi
termini, senza ricorso a sotterfugi inutili, il più intimo spirito dell’uomo;
forse l’arte è quella cosa che ci rende simili a Dio? Non è forse l’arte il
frutto di un’azione creatrice? Ed è allora circoscrivibile in “cose”? Può
essere inaridita da valori economici? Può essere evitata?
Per evitare di avere contatti con l’arte dovremmo chiudere
gli occhi, tapparci le orecchie, turarci il naso, evitare di mangiare,
tagliarci i polpastrelli… non dovremmo guardare, né ascoltare, né odorare, né
gustare, né toccare… non si può sfuggire all’arte…
Ma tutto ciò che ci circonda è arte? Forse no… certamente
c’è qualcosa che ci dice che quella cosa è un’opera d’arte… si chiama
“bellezza”, ed essa sfugge ai canoni più materiali con i quali giornalmente ci
confrontiamo ed esiste solo perché esiste.
La bellezza è ciò che rende l’opera che abbiamo davanti una
vera opera d’arte. E non
sono gli anni che rendono un’opera un’opera
d’arte, no, quelli sono solo passaggi di minuti, di ore, giorni, mesi, anni,
secoli, millenni… è solo tempo
La bellezza è allora il buon modo di scolpire una pietra o
di mettere i colori su una tela o su una tavola? Ma quello è solo un modo, un
bel modo di usare le mani… ma allora possiamo essere tutti dei novelli
Leonardo, basterebbe copiare la Gioconda in maniera perfetta, basterebbe saper
mettere assieme i colori… accordare le parole per creare una rima, trovare le
giuste parole da mettere nel giusto posto nel giusto momento… eppure no. Non è nemmeno
quella la caratteristica dell’opera d’arte, non è la manualità né l’aderenza ad
una teoria, ma nemmeno la volontà di rompere le regole.
Allora la bellezza è un bel viso, un bel sorriso… un bel
corpo snello… ma allora se è un bel corpo snello come possiamo dire che siano
belle le donne di Modigliani e le donne di Rubens…le prime sono magre le
seconde sono grasse, allora la bellezza sta nel bel viso? Ma come possiamo dire
che sono belle le Madonne di Raffaello e poi anche le Icone greche di 1000 anni
fa?
Sinceramente io non lo so cosa sia l’arte però penso che
sia un’opera d’arte ciò che è bello, e la bellezza so che non è una cosa che si
può circoscrivere in canoni formali; e allora la bellezza cos’è? Perché
certamente un’opera d’arte è bella ma non è bella perché ci piace, è bella
perché è bella. E allora la bellezza che cos’è?
È possibile che la bellezza sia verità. La bellezza è
quella cosa che non ci inganna. L’arte allora è quella cosa che fa parte del
proprio tempo e che non sempre viene riconosciuta dal proprio tempo… anzi
attenzione! Attenzione a gridare al miracolo ogni volta che compare un nuovo
artista, attenzione a confondere l’arte con i soldi… l’artista non è chi si
traveste da artista, l’artista è chi sente prima degli altri lo spessore, la
bellezza, la tragedia del proprio tempo… e questo suo essere nel tempo fa sì
che ciò che esso crea appartenga sempre al proprio tempo, compreso il tempo in
cui esso viene riconosciuto e apprezzato oltre al tempo in cui è stato creato e
magari, non apprezzato.
L’opera d’arte ha certamente una qualità che nessun’altra
opera ha ed è l’universalità.
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